Nei film gli attori combattono davvero o è il frutto di un’intensa preparazione sia atletica che attoriale? Ne parliamo oggi con Valentina Calandriello, attrice professionista ed insegnante di combattimento scenico in Action Academy.

Ciao Valentina, ci racconti cos’è l’arte del combattimento scenico?

Il combattimento scenico è una disciplina necessaria alla formazione attoriale. Gli strumenti di questa disciplina obbligano l’attore a smettere di concentrarsi su sé stesso e a portare tutta l’attenzione verso l’esterno: ad ascoltare, rispondere e reagire fisicamente esclusivamente all’altro, senza poter controllare o anticipare nulla. Durante il lavoro gli attori acquisiscono le basi fondamentali del combattimento a mani nude e con armi (spada, sciabola, pugnale etc.). Si allenano a mantenere la distanza di sicurezza e a riconoscere i limiti per evitare il pericolo. Una volta rimosso il pericolo, gli attori possono quindi correre dei rischi e seguire davvero gli impulsi in scena momento per momento, permettendo così che i personaggi corrano il pericolo di vita o morte.

Perché è importante per un attore imparare a combattere sulla scena?

Negli ultimi tempi, le produzioni cinematografiche che richiedono agli interpreti nozioni di combattimento e uso di armi, sono sempre in aumento. Ma la vera utilità di questa disciplina va molto oltre. Trattandosi di situazioni di conflitto fisico, con o senza armi, la posta in gioco è la vita; il lavoro mira quindi a risvegliare, in modo pratico e specifico, l’istinto dell’attore e ad utilizzare la sua paura come strumento per ascoltare. L’istinto non pensa, l’istinto reagisce e l’attore in scena deve essere libero di seguire gli impulsi.

Cosa consigli ad un attore che vuole specializzarsi in questa tecnica?

Se un attore vuole specializzarsi in questa disciplina, deve imparare diverse tecniche e sport. Il nuoto, l’equitazione, la box, l’acrobatica, il pattinaggio, la danza. Il combattimento scenico a livello professionale richiede un insieme di abilità e conoscenze specifiche e non meno importante, la capacità di riconoscere la differenza tra rischio e pericolo. Queste abilità sono fondamentali per poter lavorare in sicurezza ed offrire autenticità e veridicità sulla scena.

Come deve porsi uno studente di recitazione verso questa materia?

Innanzitutto con molta determinazione, con voglia di mettersi in gioco e fare errori. Il mestiere dell’attore richiede disciplina, curiosità e l’apprendimento di diverse abilità. Deve essere cosciente che non si smette mai di imparare, che i limiti e le paure non sono impedimenti ma alleati, poiché ci definiscono e ci spingono a migliorare giorno per giorno. Ogni traguardo è il principio di una nuova sfida. Il corpo è il nostro strumento di lavoro e deve essere un allenato. L’un per cento è talento, il resto è lavoro!

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Ci racconti brevemente della tua esperienza professionale?

Ho cominciato da giovanissima come attrice ed ho sempre coltivato varie passioni come ad esempio il nuoto, la danza, l’acrobatica e la danza aerea. A vent’anni ho preso in mano una spada per la prima volta ed ho scoperto il mondo del combattimento scenico. Ho riconosciuto immediatamente la similitudine e l’utilità di questa tecnica con la recitazione. Il mio cambio in scena come attrice è stato immediato. Mi sono diplomata alla British Academy of Dramatic Combat a Londra, dove mi sono specializzata in sciabola e spada medievale. Parallelamente al lavoro di attrice, mi sono poi formata in Tecnica Meisner.  Ho scoperto una modalità di insegnamento diversa da quella che avevo ricevuto. Attualmente lavoro tra Spagna, Italia e Germania e collaboro con varie compagnie internazionali, alternando il lavoro di attrice con quello di regista ed insegnante.

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