Oggi abbiamo il grande piacere di intervistare Giuseppe Marco, autore televisivo ed ex docente di Action Academy. C’è un motivo se i suoi studenti lo ricordano sempre con gioia!

Giuseppe ha lasciato un segno indelebile presso la nostra accademia. Le sue lezioni incentrate sulle analisi dei film sono state sempre un punto di riferimento, e di scoperta, per gli allievi di recitazione. Facciamoci quindi una bella chiacchierata con il nostro caro Prof.

Ciao, Giuseppe! All’inizio della tua carriera hai fatto anche il giornalista, occupandoti di cinema e conoscendo diversi personaggi della settima arte. Cosa ci racconti di quel periodo?

Si, è proprio così. Durante i miei studi universitari in Comunicazione cercavo già di fare pratica sul campo. Scrivevo pezzi per diverse testate giornalistiche con l’obiettivo di diventare giornalista pubblicista. Nello specifico mi occupavo proprio di cinema e presenziavo a tutte le anteprime cinematografiche intervistando attori, sceneggiatori, registi. Ricordo quegli anni caratterizzati da grande fermento ed entusiasmo. Alle prime dei film c’erano tanti ragazzi giovani come me che erano lì per lo stesso motivo ed era bellissimo recensire i film che vedevamo in anteprima, magari seduti accanto agli attori più di grido di quel momento. Uno degli incontri più belli fu quello con il regista Ferzan Ozpetek e con gli attori Giovanna Mezzogiorno e Filippo Nigro per il film La finestra di fronte. C’era sicuramente la passione di un ragazzo giovane, ambizioso e di belle speranze che aveva tanta voglia di conoscere da vicino il mondo del cinema e che in qualche modo lo stava per la prima volta toccando con mano. Dopo la laurea feci un Master presso Rai Cinema che mi diede la possibilità di studiare sceneggiatura cinematografica e televisiva. Anche di quel periodo conservo oltre che un bel ricordo anche una ricca formazione, perché entravo a contatto con le sceneggiature dei film che avevo visto ed era veramente entusiasmante. Poi il mio percorso professionale è stato un altro… Ma l’amore per il cinema resta per sempre.

Nel corso della tua carriera di autore televisivo ti sei ritrovato a lavorare con degli attori sul set?

Dopo una parentesi cinematografica, il mio percorso professionale è stato chiaro e netto. Oggi sono un autore televisivo. Ho lavorato dietro le quinte di programmi televisivi su scala nazionale e negli ultimi anni lavoro come autore di format originali seguendo tutte le fasi del prodotto: dall’ideazione, alla scrittura, al set, alla post-produzione.  Mi è capitato di lavorare sul set sia con attori che con persone comuni. Chiaramente l’approccio è totalmente diverso, ma una cosa che accomuna entrambi è la capacità dell’autore di riuscire ad entrare in empatia con chi hai davanti. Ho sempre dato molta importanza a questa fase perché se sei tu il primo a crederci anche chi sta con te sul set in quel momento davanti alla macchina da presa cerca di darti il massimo, sia che si trovi ad interpretare una storia, sia che racconti il proprio vissuto.

Giuseppe Marco insieme all’autore televisivo Federico Lampredi

Per te le storie sono tutto. Hai anche scritto un libro, Vite a mezz’aria. Di cosa parla e cosa ha significato per te scrivere quest’opera?

Mi definisco un collezionista di storie. È una passione che avevo fin da bambino. Ho sempre osservato le persone per strada. Mi incuriosivano. Chiedevo a mia madre perché erano vestite in un determinato modo, perché assumevano determinati atteggiamenti in base alla postura e in base a tutto ciò immaginavo che vite potessero avere. La scrittura è sempre stata tutto per me in ogni momento. Nel 2015 scrissi un libro dal titolo Vite a mezz’aria che ebbe un buon successo e fu presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino. L’idea di Vite a mezz’aria metteva al centro le storie di due giovanissimi ragazzi omosessuali del Meridione impossibilitati dal poter vivere la loro storia d’amore.  Ho fatto presentazioni del libro in tutta Italia ed essere in prima linea su certi temi e metterci la faccia per me è sempre stato importante.

Sei stato docente di Analisi filmica presso Action Academy. Com’è insegnare ai giovani aspiranti attori?

È stata una delle esperienze professionali più belle. Potere entrare a contatto con il mondo interiore degli attori è stato affascinante ed era per me stesso una sfida quella di trovare una metodologia di lavoro che potesse coinvolgerli. Le mie lezioni erano mirate all’analisi psicologica dei personaggi dei film che gli allievi erano chiamati a guardare. C’era uno studio dei caratteri dei personaggi e di quanto di loro ci fosse negli attori. Uno specchio reale partendo dal prodotto cinematografico. Ho sempre cercato di essere un docente che curasse non soltanto l’aspetto didattico ma anche quello umano. Ho scoperto giovani attori pieni di entusiasmo, amore, e con anime meravigliose. Li porto tutti dentro di me e mi basta incrociare i loro sguardi per capire i loro stati d’animo. I loro successi sono i miei successi. Quando un mio ex allievo viene preso per una parte in un film sono il primo a gioirne. Ricordo Francesca Vannini (una mia ex allieva ed oggi attrice di fiction), che mi scrisse una frase bellissima che mi porto dentro: “Sento di avere analizzato un film che dura da 20 anni, quello della mia vita”.

Se ti interessa approfondire la carriera di Francesca Vannini ti consigliamo il nostro articolo: Da studentessa ad attrice: la storia di Francesca Vannini

Su cosa si concentravano le tue lezioni?

Le mie lezioni erano molto particolari. Come prima cosa andavamo alla ricerca dei temi e dei sotto-temi che emergevano dal film. La tematica diventava oggetto di dibattito e gli allievi la facevano loro portandola nel loro vissuto. Da lì venivano messi alla prova sia sulla base della scrittura che sulla base di realizzazioni di contenuti multimediali aventi a che fare con la tematica oggetto del film o con tematiche emerse a lezione. Gli allievi sono stati bravissimi ed hanno realizzato con i mezzi tecnici a loro disposizione (per lo più i loro telefonini) dei bellissimi mini-film che hanno scritto, interpretato e montato mettendoci dentro il loro mondo interiore. C’è stata anche un’ultima parte delle lezioni dedicata alla valorizzazione dei talenti comici (che sono sempre di più) e con Luca Masci (direttore di Action Academy) abbiamo collaborato alla realizzazione di un laboratorio di Stand Up Comedy. I ragazzi si sono cimentati nelle mie lezioni a scrivere ognuno di loro un pezzo inedito e ho percepito il loro entusiasmo. Anche chi pensava di non avere un talento comico è riuscito ad essere sorprendente!

Luca Masci, Giuseppe Marco e il presidente Nando Moscariello

Quanto è fondamentale per un attore imparare a seguire ed esercitare il percorso emozionale?

È una delle cose a mio avviso importantissime. Un attore per riuscire ad entrare a contatto con i personaggi che deve interpretare deve necessariamente compiere un percorso emozionale che lo porta volente o nolente a mettersi per primo in gioco. Un attore deve prima di tutto conoscere le proprie paure e fragilità, provare a combatterle o imparare a conviverci. Le storie personali di ognuno di noi spesso sono le migliori sceneggiature mai scritte.

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Quanto è importante, invece, che gli attori si concentrino anche sul sottotesto e sulle implicazioni psicologiche dei film?

È fondamentale riuscire a guardare un film con un occhio diverso e cercare di andare a fondo dei caratteri dei personaggi, capire la loro psicologia, l’appartenenza al mondo interiore. Ogni personaggio ha molteplici implicazioni psicologiche ed è interessante riuscire a capire quanto di noi stessi ci sia nelle sfaccettature caratteriali di questo o quel personaggio. Oltre che sui film i miei allievi si sono esercitati a guardare anche le serie televisive. Ricordo ancora l’analisi dei caratteri dei personaggi che per esempio fecero con la serie di Netflix Le ragazze del centralino: ne venne fuori un quadro psicologico completo e complesso delle protagoniste della serie. I film sono stati un’occasione anche per affrontare temi importanti e per abbandonare le proprie fragilità raccontandosi “davanti allo specchio”.

Quali consigli daresti ad un attore riguardo al modo di affrontare la sua formazione?

Un attore non deve mai smettere di studiare e mai sentirsi arrivato. Ogni occasione deve essere un motivo per riuscire ad imparare qualcosa di nuovo e approfondire la conoscenza di loro stessi. Ho sempre detto ai miei allievi di non smettere mai di guardarsi intorno, di mantenere un’attenzione alta rispetto alle situazioni che affrontano, di vivere la vita con curiosità, entusiasmo e trasformare quella malinconia che a volte sembra dominarci in forza creativa, in arte. È stato bello scoprire tra gli allievi dei talenti anche nella scrittura e nella capacità di produzione di contenuti. Sono convinto che sia veramente un valore aggiunto per un attore potere essere anche questo!

Giuseppe Marco sul set

Ringraziamo il nostro caro Prof per aver condiviso con noi il racconto del suo insegnamento ad Action Academy. Salutiamo Giuseppe con tutto l’affetto che ci ha dimostrato nelle sue parole, seguendo a nostra volta un percorso emozionale tutto speciale.

Immagine di copertina: photo by Enrico Ripari (Ripari Young Group)