Questa settimana abbiamo un’ospite eccezionale, un grande ritorno per Action Academy: diamo il benvenuto a Paula Boschi, ex docente di sceneggiatura presso la nostra accademia!

Paula ha una lunga carriera alle spalle che l’ha portata, tra una sceneggiatura e l’altra, a ricoprire un importante ruolo per una grande azienda cinematografica e televisiva. Scopriamo cosa ci ha raccontato la nostra prof sul suo lavoro e sul mestiere dello Sceneggiatore.

Ciao, Paula! Sei una stimata sceneggiatrice. Qual è stato il tuo percorso artistico e quali lavori hai realizzato nella tua carriera?

Ho seguito un corso di scrittura creativa alla UCLA, a Los Angeles, ma mi ero avvicinata a questo mondo tramite il percorso della recitazione. Infatti ho frequentato il Piccolo Teatro, dove ho lavorato anche con Carmelo Bene. Poi ho realizzato un cortometraggio: la mia intenzione era interpretarlo, ma mi sono ritrovata anche a scriverlo e dirigerlo (insieme alla mia coregista). Ho scoperto il piacere di stare dietro le quinte e a Los Angeles il corto ha anche vinto un festival. In seguito ho incontrato Raoul Bova, con il quale ho iniziato a collaborare. In questo modo sono entrata alla Sanmarco Film dove ho scritto per Bova, fino a firmare Come un delfino. Sul set facevo di tutto oltre a scrivere, mettendo a frutto le abilità e le esperienze accumulate: in particolare, la mia preparazione attoriale mi ha portato anche al ruolo di acting coach.

Paula Boschi (Shooting)

Qual è invece il tuo attuale lavoro?

Faccio parte del Team di Sviluppo in Rainbow. Si tratta di un colosso che ha comprato la Colorado e che possiede anche diverse società di CGI a Toronto e a Roma. Rainbow è il padre delle Winx. Il mio ruolo è quello di cercare contenuti. Molte volte le opere ci vengono proposte direttamente dagli autori. Io leggo tutto: non ha importanza da chi arrivi un’opera, perché non si sa mai in chi possa trovarsi la storia giusta. Si leggono sia i lavori dei talent sia qualunque cosa le persone vogliano inviarci, perché il talento si può nascondere anche in qualcuno che non si ha ancora avuto l’occasione di scoprire.

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Con quali criteri di base intuisci se una delle sceneggiature che hai davanti ha del potenziale oppure no?

La società ha una sua linea editoriale, e questo pesa all’interno di una valutazione: magari si leggono cose molto belle ma che non combaciano con gli obiettivi della società. Questa è una prima scrematura. Per il resto è un po’ come chiedere se un attore è bravo o no: quando un’opera è scritta bene lo si capisce subito, è evidente e non ci si può sbagliare.

Paula Boschi (Immagine di repertorio)

Quali sono le tendenze di oggi al Cinema e nelle serie TV?

Si dice sempre che esistano queste tendenze, però alla fine quando un progetto è ben realizzato, che sia una serie TV o un film, la gente va a vederlo. Secondo me è la qualità che determina il successo di un prodotto, perché essa dà via al passaparola che induce la gente ad andare al cinema. Si può anche fare un film con il più grande talent del mondo, ma se manca la qualità la gente smetterà di vederlo. Poi ci sono film verso cui invece il pubblico si entusiasma, riempiendo di conseguenza le sale. Magari può esserci un momento in cui un genere in particolare la faccia da padrone; adesso ad esempio si cercano molto le storie al femminile. Ma un film può essere bello o brutto, e quindi acclamato o meno, indipendentemente dalle presunte tendenze.

Come giudichi il livello delle storie raccontate sui nostri schermi?

Ci sono prodotti realizzati magnificamente così come prodotti ben più modesti. Il bello e il brutto possono essere anche oggettivi, ma poi subentra molto anche il gusto personale. Posso parlare di ciò che mi ha colpito, perché non mi piace parlare delle cose che invece non ho gradito. Io non sono nessuno per dire che qualcuno ha realizzato qualcosa di brutto.

Sei stata anche docente di Sceneggiatura ad Action Academy. Come ricordi questa esperienza?

Adoro il lavoro che faccio adesso, perché sono in una grandissima azienda che è come una famiglia e crede nelle persone. Ma l’insegnamento a volte mi manca, perciò quando ho la possibilità tengo delle masterclass in giro per l’Italia. Ho sempre insegnato servendomi di importanti manuali e portando le mie esperienze personali, ma poi con i ragazzi si dava vita a un brainstorming. Mi piaceva il contatto con i ragazzi, sentire le loro idee, discutere con loro se avevamo opinioni opposte. Secondo me la parola insegnante è sbagliata, è più giusto dire tramite: il tramite fra un’idea e la sua concretizzazione.

La sceneggiatura è anche una questione matematica, con delle regole precise; anche se poi pensando a Memento di Nolan capiamo che le regole possono essere ribaltate. L’arte è una realtà in evoluzione, la scrittura e il pensiero cambiano secondo i tempi.

Se ti interessa approfondire l’arte della Sceneggiatura ti consigliamo il nostro articolo: Come si legge la sceneggiatura di un film? | Il lavoro dell’Attore

Che consigli daresti ad un aspirante sceneggiatore?

Innanzitutto consiglio di scrivere di quello che si ama. E poi insistere, far vedere i propri lavori alle produzioni, metterci passione. Quando mi capita di rifiutare delle proposte cerco di far capire all’autore che non deve mollare. Non bisogna fermarsi ai no, ma ragionarci su. Poi bisogna comprendere il territorio: siamo in Italia, è inutile cercare di raccontare storie non italiane. Si può raccontare un film di fantascienza, ma l’UFO deve atterrare a Roma e non a New York. Molti scimmiottano i film americani ma noi abbiamo un sacco di storie bellissime, anche di fantascienza, horror, thriller. L’abbiamo dimostrato con L’uomo del labirinto e La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi e con Roberto De Feo, il cui A Classic Horror Story è stato uno degli horror più visti su Netflix. Bisogna anche studiare: leggere per esempio Aaron Sorkin, o leggere le sceneggiature altrui per capire come sono state scritte. Infine consiglio di non innamorarsi delle scene: se una scena è bellissima ma inutile per la struttura complessiva bisogna avere il coraggio di tagliarla.

Paula Boschi (Immagine di repertorio)

Secondo te, il mercato delle sceneggiature si proietterà sempre più verso le piattaforme o la sala cinematografica conserverà il suo prestigio?

Sicuramente la pandemia ha cambiato il modo di usufruire di determinati prodotti e le piattaforme hanno portato freschezza nel mercato. Quando arriva un altro competitor invece di pensare che qualcuno sia arrivato a rubare una fetta del mercato bisogna sentirsi stimolati a fare sempre meglio. Le piattaforme hanno stimolato e si stimolano tra di loro a cercare l’eccellenza. Però penso, e spero, che la magia del Cinema non scompaia mai. Io sono abbonata a tutte le piattaforme esistenti e le apprezzo in egual misura; ma quando vado al cinema, la sala diventa buia e lo schermo si illumina mi dimentico dove sono seduta e vengo proiettata all’interno del film. È una magia che solo il Cinema possiede e sta a noi far sì che non si perda mai.

Un saluto ai tuoi ex allievi di Action Academy?

Vi voglio bene, a tutti!

E noi vogliamo bene a te, Paula! Grazie mille per questa chiacchierata. Ci auguriamo di rivederti presto e, nel frattempo, ad maiora!